domenica 31 gennaio 2016

Prigionieri di guerra




Un gruppo di prigionieri britannici dello Stalag XXID, Poznań Posen. Il nome "Aston Villa" fu dato perchè molto probabilmene venivano dalla zona di Birmingham.

  
Gruppo di prigionieri anglosassoni dello Stalag XXB , 1942 a Marienburg.  


Prigionieri di guerra tedeschi nel Camp Shelby, Mississippi (1944)


Prigionieri tedeschi nel campo New Forest nell'Hampshire (1945)

giovedì 28 gennaio 2016

Il derby di Liverpool 1906

13 aprile 1906  Liverpool v Everton 1-1

 

 

Football League, 1st Division, at Anfield, calcio d'inizio: 15:00.
Liverpool – Everton 1-1 (0-1).
Spettatori: 35,000.
Arbitro: Mr. A. Green; guardalinee: Messrs. C.W. Gill and A. Chadwick.
Liverpool (2-3-5): Sam Hardy; Alf West, Tom Chorlton; Maurice Parry, Alex Raisbeck (C), James Bradley; Arthur Goddard, Jack Parkinson, Joe Hewitt, Sam Raybould, John Carlin.
Everton (2-3-5): Billy Scott; William Balmer, Bob Balmer; William Black, Jack Taylor, Walter Abbott; Jack Sharp, Hugh Bolton, Sandy Young, Herbert Cook, Harold Hardman.
Reti: 0-1 Taylor (40 min.), 1-1 West (55 min, rigore).

mercoledì 27 gennaio 2016

Gimena Blanco - Antologia "14"

L'angolo dei libri

Antologia "14" - Un racconto su Gimena Blanco

 


Da fine dicembre è arrivata in libreria, l'antologia "14", edita da Urbone Publishing al cui interno ci sono per l'appunto quattordici racconti a sfondo calcistico. Si parte con la storia di Jimmy Johnstone del Celtic Glasgow, passando poi per l'Argentina di Diego Maradona del 1986 restando in Sud America con il Rei dell'Atletico Mineiro, tornando poi ancora in Europa attraverso il Cesena delle meraviglie degli anni settanta e l'Olympique de Marseille.
Scorrendo le 156 pagine del libro c'è anche un racconto dedicato ad una ragazza argentina Gimena Blanco che con la S.S. Lazio in una sola stagione ha vinto tutto quello che si poteva vincere: scudetto e coppa nazionale. E’ stata determinante con i suoi assist, con la sua grinta e con le sue reti, ben quaranta quelle messe a segno. Molte delle quali decisive, come quella nella finalissima scudetto contro le ferelle di Terni, con un morbido tocco di sinistro … alla Maradona.
In patria aveva giocato, tra l'altro, anche nelle fila del Club Atlético River Plate “ Una prestazione eccellente, è risultata esplosiva dalla tre quarti del campo in avanti “, il commento fatto al suo esordio con la maglia dei Los Millonarios, sulla pagina ufficiale del River.  E' stata protagonista anche con la Nazionale argentina. Con la casacca albiceleste ha vinto tanto ed ha partecipato alle Olimpiadi di Pechino. Così la descrivono in terra argentina: “Ambidiestra, desequilibrante, de regate magico y disparo explosivo”.


martedì 26 gennaio 2016

L'Apollon Smirnis (Απόλλων Σμύρνης) nel 1910



Il primo stemma del club, dal 1894, furono tre corridori. Nel 1910 emblema della squadra di calcio è diventato l'antica svastica greca, che verrà rimosso prima della seconda guerra mondiale.
L'Apollon è  fondato nel 1891 a Izmir, prima come un Associazione Filarmonica. Nel 1893 diventa un club sportivo. Nel 1910 viene fondata la sezione calcio e il prima emblema che viene scelto fu  proprio la svastica. Nel 1923, dopo la catastrofe nell'Asia Minore, l'Apollon arriva ad Atene e, in particolare a Rouf.  
La svastica tuttavia si ritiene che per gli antichi Greci simboleggiasse la forma perfetta, i quattro elementi della natura, la ruota del sole e del tempo. Venne chiamata "Tetraktis" e si trova sui sigilli di argilla del 3000 aC, nelle zone di Lerna, Micene e Creta.

giovedì 21 gennaio 2016

mercoledì 20 gennaio 2016

Dandolo Flumini - ala sinistra della M.a.t.e.r.


Nasce il 6 febbraio del 1928 in provincia di Varese a Maccagno.

Inizia la sua carriera di calciatore a Roma, nel quartiero Appio-Latino, tra le fila della M.a.t.e.r. E' il 1936. Rimane nella capitale fino al 1939 per poi passare nelle fila del Lecce (in sette presenze mette a segno sette reti). La stagione successiva è al Venezia, dove gioca insieme a Valentino Mazzola nella squadra riserve dei lagunari.
Poi torna a Roma ancora nelle file della sua M.a.t.e.r., allenata da Fulvio Bernardini. Nella prima stagione la promozione in serie B sfuma, mentre viene raggiunta in quella successiva. Dopo la terza stagione, chiusa al 12º posto, la società è costretta al ritiro per problemi economici.

Questa è una sua foto.

martedì 19 gennaio 2016

Storia del campo Rondinella



Il campo della Rondinella, che prese il suo nome da un’antica strada che era chiamata così per un'insegna a forma di rondine di un'osteria ad essa adiacente, fu inaugurato il 1° novembre del 1914 ,dopo che i lavori presieduti da Ballerini furono terminati. Fu organizzata una partita, con l’Audace, storica rivale cittadina. La contesa fu equilibrata e i biancocelesti si imposero solo per 3-2. Era la prima giornata del campionato nazionale girone laziale. I primi marcatori biancocelesti su questo terreno di gioco furono Marcello Consiglio, che quel giorno mise a segno una doppietta e Amedeo Coraggio.
Lo storico campo della SS Lazio fu utilizzato dalla società biancoceleste per le gare interne fino al 1931 e come campo di allenamento fino al 1957.
Su questo rettangolo verde furono giocate delle partite importanti per i colori biancocelesti, come la finale nazionale il 22 luglio 1923 contro il Genoa e come il primo incontro del campionato a girone unico, che vide la SS Lazio affrontare i campioni d’Italia del Bologna che furono sconfitti con un secco 3-0. Era il 6 ottobre 1929. Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, Ballerini permise di trasformare il terreno di gioco in un “orto di guerra”. Con lo scopo di aiutare tutta la cittadinanza romana, in un periodo oggettivamente molto difficile.
Due anni dopo per i suoi meriti sportivi e per questo nobile gesto, il 2 giugno 1921, la SS Lazio con regio decreto venne dichiarata “Ente Morale” per meriti sociali, culturali e sportivi, unica società allora nel panorama sportivo nazionale.
Nel primo dopoguerra iniziarono i nuovi lavori di ristrutturazione che durarono fino al 1924. Il campo della Rondinella  ora presentava un nuovo aspetto, infatti il campo fu ruotato di 180 gradi e venne costruita una tribuna coperta in legno. Questa riprendeva i colori della squadra , aveva un vasto tetto a falde inclinate e poggiava su una base di mattoni dove vennero costruiti quattro spogliatoi con docce, la casa del custode ed un magazzino.
Gli spalti, ovviamente, furono ampliati anche negli altri tre lati del terreno di gioco in maniera tale che la capienza complessiva dello stadio fosse oltre i 15.000 posti. I lavori furono eseguiti dalla ditta Di Zitto & C. per conto della Società Anonima Campo Rondinella con un capitale in parte finanziato da sottoscrizioni pubbliche poi convertite in tessere di socio vitalizio. Cose avveniristiche per quei tempi.
Il 13 ottobre 1928 fu inaugurato l’anello del cinodromo, fortemente voluto da due nobili romani, il conte Carlo Dentice di Frasso e il conte Romeo Gallenga Stuart.
La storia del Campo Rondinella si interruppe improvvisamente una notte d’estate del 1957, quando il cinodromo e la tribuna andarono a fuoco anticipando comunque di qualche anno la fine dell’impianto non previsto dal nuovo piano regolatore. Nel 1959 le ruspe iniziarono a demolire gli spalti della Rondinella per far posto all’attuale parcheggio del Villaggio Olimpico.
Una parte di storia della città di Roma andava persa per sempre, restando solo nei ricordi dei tifosi e dei calciatori biancocelesti.

sabato 16 gennaio 2016

La Grecia ai giochi interalleati del 1919




I giochi interalleati si svolsero dopo la fine della Prima guerra mondiale i dal 22 giugno al 6 luglio del 1919 nello
Stade Pershing appena fuori Parigi. Partecipò solo il personale militare che erano attualmente in servizio o che in precedenza aveva servito nelle forze armate durante la guerra. Circa 1500 atleti provenienti da un totale di diciotto nazioni presero parte a questi campionati, vi si disputarono diverse discipline sportive oltre al calcio, come il tennis, la boxe, il basket ed il golf. 

Lo Stade Pershing è stato utilizzato soprattutto per le partite di calcio e ha ospitato la finale di Coppa di Francia in quattro occasioni. Ha ospitato primi Giochi Mondiali femminili nel 1922. Vi si sono giocate anche alcune  partite di calcio durante le Olimpiadi del 1924.  

 

venerdì 15 gennaio 2016

foot-baller al fronte ... in Portogallo


Un quotidiano portoghese ha recensito il libro.

Il River Plate nel 1908






Nella stagione 1908 il River Plate riesce a vincere la Segunda División, piazzandosi al primo posto nel girone B e superando Ferro e Racing rispettivamente in semifinale e in finale. Quest'ultimo incontro, disputato il 27 dicembre, si concluse con la vittoria del River per 7-0.

River Plate: Luraschi,  Chiappe, Politano,  Messina, Morroni, Chagneaud, Anapodisto García, Grifero, Abaca Gómez, Elías Fernández, Priano.

5' 1-0 Grifero.
22' 2-0 Abaca Gómez.
24' 3-0 Vigil (o.g.)
55' 4-0 Politano.
63' 5-0 Chiappe.
72' 6-0 Grifero.
85' 7-0 Chiappe.





mercoledì 13 gennaio 2016

foot-ballers al fronte


Quando i footballers scrivevano la storia


Il Calcio è storia: statistiche, partite e uomini e gli uomini sono coloro che fanno la storia, e che trasmettono tutte le passioni. Sensazioni, vita, adesione, impegno tutte qualità unite e al seguito degli eventi che hanno caratterizzato la storia della vita moderna. Opulenza e costume nel mondo moderno quello in cui il merchandising la fa da padrone, ma anche protagonisti nella quotidianità e interpreti dei grandi eventi che hanno caratterizzato il secolo scorso. A cent’anni dalla prima guerra mondiale che cambiò per sempre gli equilibri del vecchio continente, un’opera quella di Giorgio Acerbis (edizione Urbone publishing) dedicata ai giovani che, abbandonando le loro brillanti prospettive future legate al mondo del calcio, sacrificarono, insieme a quelle di milioni di altri giovani, le loro vite al servizio dei propri paesi. Ne viene fuori uno spaccato di conoscenze e di informazioni che accomuna i giovani di tutta Europa presenti nei differenti fronti di cui si compose il teatro di guerra mondiale. Carriere troncate e bruciate di brillanti footballers che si immolarono con i propri compagni. Il calcio nei primi anni del XX secolo non era ancora così diffuso e planetario come oggi, era un divertimento e una professione che stava spiccando il volo, in Italia era forte nel nord ovest, era il periodo in cui il Genoa mieteva allori insieme alla Pro Vercelli, un calcio di qualità e di forza. Giovani come Luigi Ferraris genoano (a cui è intitolato Marassi) o come il milanista Erminio Brevedan. Ma troviamo anche Robert Whitney del Chelsea, Pinheiro del Porto (già nella prima guerra mondiale nel 1916 c’era pure il Portogallo), Peter Johnstone del Celtic, caduto ad Arras o Karl Braunsteiner del Wiener, morto in prigionia dopo essere stato catturato nell’assedio della fortezza di Przemysl, oppure il forte russo Nikolai Kynin immolatosi sui Carpazi nel 1916 durante l’offensiva del generale Brusilov. E che dire di Bauduin Six 92 reti in 87 presenze iniziata nel KSV Brugges, una prolificità da far invidia a Cristiano Ronaldo. Un’opera paziente e certosina, quella di Acerbis, che, grazie all’acume della casa editrice Urbone Publishing, vede la luce per dare spazio a un patrimonio di informazioni che farà la fortuna degli appassionati e che può avvicinare allo studio della storia e del calcio tanti giovani

tratto da ResGestae 

http://beppe-rasolo.blogspot.it 



venerdì 8 gennaio 2016

1928 si gioca S.S. Lazio-Pro Vercelli

1928 S.S. Lazio-Pro Vercelli 

28 ottobre. Campionato della Divisione Nazionale 1928/29 girone B - IV giornata
LAZIO: Sclavi, Canestri, Bottacini, Marcacci, Furlani, Caimmi, Cevenini V, Rier Spivach, Bodrato, Griggio.
PRO VERCELLI: Cavanna, Zanello, Bredo, Pensatti, Ardizzone, Greppi, Lepora, Villa, Bajardi, Seccatore, Casalino
Arbitro: Sig. Casetta di Milano
Marcatori: 10' s.t. Seccatore, 14' s.t. Cevenini (V)


mercoledì 6 gennaio 2016

foot-ballers al fronte

Foot-ballers al fronte 

Ventidue sono i giocatori in campo, ventidue sono le storie di alcuni giovani calciatori provenienti da ogni parte del mondo, tragicamente risucchiati nel tritacarne della Grande Guerra. Chi erano quei calciatori diventati soldati? Quali erano le loro storie? Così differenti, eppure, così simili…
FOOT-BALLERS AL FRONTE Poco più che adolescenti avevano iniziato a giocare a football, prima sotto casa calciando con ostinazione, per ore, un pallone contro un muro senza stancarsi mai, poi con gli altri amici del quartiere nel parco, comunale in partite interminabili giocate fino all’ultimo barlume di sole per arrivare, finalmente, dopo un provino atteso e temuto a vestire quella maglia tanto desiderata, quella del club della loro città, quella che avevano sognato da quando si erano innamorati di questo nuovo e affascinante sport.
Qualcuno di loro aveva avuto una grande carriera arrivando a difendere i colori della sua Nazionale, altri avevano giocato con squadre meno importanti. Ma il sacrificio e la passione non erano mai mancati ed erano uguali per tutti! Erano anni spensierati e felici. Il futuro sembrava roseo, tutto sembrava possibile. Poi, improvvisamente, le trincee si riempirono di giovani soldati, iniziarono a crepitare le mitragliatrici ed a scoppiare le bombe. E’ la Prima guerra mondiale.
Quei ragazzi, insieme ad altri, abbandonarono le loro case per difendere la loro Patria. Era arrivato il tempo di riporre maglia e scarpini per indossare l’uniforme e gli stivali del proprio paese. Partirono quasi tutti come volontari, senza pensarci un attimo! E’ il battesimo del fuoco, quello vero che brucia e uccide. Ritrovano, al loro fianco, i vecchi compagni di squadra sorridenti come un tempo su quel campo di calcio, ma qui la posta in palio è più alta: è la vita. Dall’altra parte, ironia del destino, a poca distanza, in un’altra melmosa trincea ci sono altri calciatori, un tempo avversari in un rettangolo verde, ora diventati nemici da uccidere. La paura si alterna ad atti di coraggio e la disperazione alla volontà di compiere, fino in fondo, il proprio dovere. Tutti loro ancora una volta, nonostante le difficoltà, daranno il meglio, spesso arrivando, addirittura, a sacrificare la loro vita. Storie dimenticate di giovani foot-ballers, che meritano di essere ricordate e raccontate.

tratto dal sito: www.lagrandeguerra.net

La partita amichevole Italia -Austria del 1914

Italia -Austria 1914


11 gennaio del 1914 a Milano all'Arena Civica si affrontano le Nazionali di Italia e Austria. Molti di quei calciatori si sarebbero poi affrontati solo un anno dopo come nemici in trincea.




Italia-Austria 0-0
gara amichevole
Italia:
De Simoni; Valle, De Vecchi; Ara (9' Trerè), Fossati, Leone; Berardo, Mattea , Gallina, Varese, Boiocchi;
Austria: Phlak; Urban, Swatosch; Chrenka, Brandstatter, Cimera; Haist, Merz, Kuthan, Grundwald, Korner;
Arbitro: Sig. Howcroft (ENG)